Quante volte vi sarà capitato di acquistare presso un banco di una fiera o di un mercato un prodotto cosmetico.

Vi siete mai chiesti chi è il produttore e da dove vengono?

Avete mai letto con attenzione le etichette?

Ormai è già da qualche anno che con la nostra piccola azienda partecipiamo regolarmente a mercati e fiere in varie località del nord Italia.

E vi devo dire che abbiamo trovato di tutto e di più in ambito cosmetico… a volte c’è da rabbrividire! Vediamo alcuni esempi insieme.

1. Molte persone non si fanno scrupoli e vi propongono cosmetici e saponi fatti in casa… fai da tè. Sono andata a curiosare presso alcuni di questi banchi e cosa ho scoperto?

In etichetta era solo riportata la tipologia della crema: “BRUFOLO”. Nessun ingrediente, nessun lotto di fabbricazione, nessuna data di scadenza… da denuncia!

Vi ricordo che per legge chi produce cosmetici deve innanzitutto:

– avere una delle seguenti lauree: scienze biologiche, chimica, chimica industriale, chimica e farmacia, chimica e tecnologia farmaceutica, ingegneria chimica, farmacia;

– essere iscritto al relativo albo professionale;

– avere una partita iva ed essere iscritto alla camera di commercio;

– avere l’autorizzazione da parte del Ministero della Salute per la vendita di tutti i prodotti. Ogni singolo prodotto e ogni singolo ingrediente deve essere conforme con le nuove normative dell’UE;

– avere un laboratorio autorizzato dall’ASL e in regola con le normative vigenti;

– avere l’autorizzazione rilasciata dal proprio comune per la vendita su suolo pubblico.

E noi dobbiamo combattere tutti i giorni con persone di questo tipo. Sono persone che non hanno nessun costo di gestione, nessuna spesa. Vendono i prodotti a metà prezzo e il consumatore finale li acquista! E non c’è nessun controllo. Tutto va a scapito della vostra salute, di quella dei vostri bambini e anche di chi lavora con serietà e passione.

2. Abbiamo partecipato a fiere importanti a Milano, Firenze… fiere del biologico, del naturale, ecocompatibili. Per essere ammessi era obbligatorio spedire l’elenco di tutti i prodotti in vendita con i relativi ingredienti INCI. Che bello, mi sono detta tra me e me. Finalmente delle fiere vere dove i produttori vengono scrupolosamente selezionati! C’è un controllo a monte per garantire al consumatore finale prodotti veramente naturali e di qualità.

Secondo voi funziona davvero così?

Abbiamo trovato aziende che vendevano es. il burro di karité’ avvolto in una pellicola di cellofan (sì, proprio quello che usiamo noi per gli alimenti!). Nessuna etichetta, lotto, scadenza…

Ci sono ditte che espongono i tester aperti sul banco dove chiunque può mettere le dita con conseguente contaminazione, prodotti spacciati per naturali ma contenenti ingredienti derivati dal petrolio… che dire di quei venditori che vi aprono sotto al naso un loro prodotto per farvelo provare e poi lo richiudono, lo rimettono sul banco. È igiene questa? È rispetto di colui che in seguito andrà ad acquistare quel prodotto?

Vi ricordo che per legge le etichette devono riportare quanto segue:

– il nome o la ragione sociale e la sede legale del produttore;

– il contenuto nominale al momento del confezionamento;

– il numero del lotto di fabbricazione;

– la data di scadenza;

– l’elenco degli ingredienti nell’ordine decrescente di peso al momento dell’incorporazione;

Si tratta di dati molto importanti, è fondamentale poter identificare l’origine del prodotto e le sue caratteristiche, è un diritto del consumatore. Solo così egli risulta tutelato nel caso dovesse succedere qualcosa.

CONTROLLATE SEMPRE! EVITATE LE TRUFFE!

3. Che dire degli hobbisti. Troverete sempre hobbisti che vendono cosmetici. E’ una cosa assolutamente improponibile! Un hobbista per legge deve vendere prodotti del proprio ingegno, di autoproduzione. Un hobbista non ha la partita iva e non paga le tasse. E’ un controsenso:

– per vendere cosmetici o sei produttore ma non puoi essere hobbista in quanto devi avere la partita iva (e l’hobbista non ce l’ha).

– o sei rivenditore e vendi cosmetici prodotti da altre aziende. Ma in tal caso non puoi essere hobbista in quanto non sono prodotti di propria produzione.

4. Ho visto banchi che esponevano cartelli con scritte come “prodotti naturali SENZA CONSERVANTI”. Rimango un po’ perplessa perché’ vedo che le creme sono confezionate in flaconi di platica. Dò una controllatina all’etichetta e tra gli ingredienti trovo il BHA e il BHT. Sono conservanti sintetici, banditi in molti paesi, in quanto possono causare irritazioni agli occhi, alla pelle e alle mucose, ritenzione idrica, degradazione della vitamina D e aumento dei livelli plasmatici di colesterolo. Alcuni studi gli attribuiscono anche un concreto potere cancerogeno; mentre a forti dosi provocano gravi danni epatici.

5. Che dire dei banchi che ai mercati e alle fiere espongono in estate i loro prodotti senza preoccuparsi minimamente di proteggerli dai raggi solari. E’ ovvio che contengono conservanti altrimenti si deteriorerebbero molto rapidamente.

6. Per concludere un prodotto commerciale non può essere naturale al 100%. Un prodotto naturale senza conservanti deve essere prodotto in piccoli lotti. I grandi produttori non potrebbero permettersi di fare ciò pertanto usano conservanti, e non solo, facendo però credere al consumatore finale che sia un prodotto bio e naturale. Lo vendono a prezzi ridotti in quanto usano ingredienti di scarsa qualità e di natura chimica e ingannano la gente.

Costa di più una crema con ingredienti di natura chimica e conservanti a 13 euro che non una crema completamente naturale, fatta con ingredienti selezionati e di natura vegetale, senza sostanze di sintesi a 20 euro. E soprattutto FATTA CON AMORE.

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